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L’invecchiamento della popolazione italiana

La longevità è uno dei fenomeni più importanti della nostra era che comporta profondi cambiamenti dal punto di vista sociale, culturale, economico, medico-scientifico e tecnologico.
Nel 2017 i residenti italiani sono 60,6 milioni di cui 13,5 milioni sono ultra 65enni, cioè il 22,3% della popolazione.

L’indice di vecchiaia italiano, che rappresenta il grado di invecchiamento di una popolazione, evidenzia che ci sono 165,3 anziani ogni 100 giovani (fino a 14 anni). Ciò è dovuto al fatto che l’aspettativa di vita aumenta di anno in anno grazie ai progressi della medicina che permettono ai pazienti cronici di vivere più a lungo, ma anche al miglioramento degli stili di vita sia alimentari che motori.

Fonte: Tuttitalia – Statistiche demografiche 2017

Fonte: Tuttitalia – Statistiche demografiche 2017

Infatti, nel 2016 l’aspettativa di vita per gli uomini era di 80,6 anni (+0,5 sul 2015, +0,3 sul 2014) mentre per le donne era di 85,1 anni (+0,5 sul 2015, +0,1 sul 2014).

L’evoluzione del nucleo famigliare

La composizione famigliare nel corso degli anni è cambiata. Rispetto al totale delle famiglie italiane le coppie con figli rimangono la maggioranza e incidono per il 36% sul totale delle famiglie, subito seguite dalle persone sole che incidono per il 31% e dalle coppie senza figli che incidono per il 22%. Questo significa che le famiglie cambiano e cambiano anche le reti di caregiving.

Fonte: Elaborazioni OASI su dati ISTAT

Fonte: Elaborazioni OASI su dati ISTAT

In ragione dell’andamento dello sviluppo demografico, dell’invecchiamento della popolazione e dei cambiamenti nei modelli sociali e familiari, alcuni studi ed analisi recentemente effettuate, mettono in evidenza la previsione di un fabbisogno di ulteriori circa 60.000/80.000 posti letto in RSA in Italia nell’arco dei prossimi anni.

Quando si diventa non autosufficienti

L’età media di ingresso in RSA si è elevata e lo stato di salute medio degli ospiti si è notevolmente aggravato. Secondo un recente studio, l’età media d’ingresso si aggira intorno agli 88 anni, il che comporta anche un aumento del grado di dipendenza.

Una popolazione, quindi, che non cresce ma invecchia sempre di più e a cui saranno sempre più necessarie strutture di ricovero che rispondano prontamente alle nuove necessità che si stanno facendo largo.

Attualmente la percentuale di anziani che occupano le strutture socio-sanitarie e socio-assistenziali in Italia sono rappresentate nel grafico sottostante. Più della metà dei residenti ha un’età maggiore di 85 anni.

Fonte: ISTAT, Italia in cifre 2016

Fonte: ISTAT, Italia in cifre 2016

Fonte: ISTAT, Italia in cifre 2016

In aggiunta, lo sviluppo di patologie come l’Alzheimer, spinge sempre di più le famiglie a ricercare un aiuto esterno. A questa domanda del mercato non è ancora presente un’offerta sufficientemente strutturata di reparti specializzati e specificatamente dedicati ed attrezzati per gli ospiti affetti da questa patologia. Si fa sentire sempre di più la necessità di creare Residenze moderne in grado di offrire prestazioni assistenziali di qualità sia strutturali ed abitative che funzionali ed operative.

Al momento in Italia il mercato è molto frammentato: il settore pubblico rappresenta il 45% dell’offerta, il no-profit il 35% ed i privati solo il 20% di cui pochi gruppi strutturati. Esso genera importanti prospettive di consolidamento e crescita dovute anche al ridimensionamento della spesa pubblica. Inoltre, le difficoltà operative, economiche e finanziarie sia nel settore pubblico che in quello privato nell’intraprendere gli investimenti necessari per la creazione di nuovi posti letto causano una difficoltà di base nella costruzione e creazione di RSA o cliniche.

Dando uno sguardo alla distribuzione dei Posti Letto (PL) per regione per 1.000 abitanti si nota un importante squilibrio tra Nord e Sud. In media sono presenti 4 posti letto ogni 1.000 abitanti come si può vedere dal grafico sottostante.

Fonte: Ministero della Salute. Elaborazione Colliers International (2017)

Un settore dinamico in continua crescita

Pertanto, si evidenzia la necessità di un importante intervento strutturale volto a sviluppare, ammodernare ed aggiornare un attuale parco di Strutture mediamente obsoleto ed insufficiente, per fronteggiare la crescente richiesta assistenziale e sanitaria dei prossimi decenni.

In questo contesto favorevole, ed in un certo senso, anticiclico rispetto all’andamento economico-finanziario dell’economia italiana e mondiale, si intravede un’opportunità di sviluppo e crescita ed è per questo che Rodevita investe enormemente nelle potenzialità di sviluppo in questo interessante settore.

L’idea di un architetto non è mai solo formale. Deve essere al tempo stesso sociale, scientifica e poetica.
(Renzo Piano)

Le Residenze Sanitarie Assistenziali

Le Residenze Sanitarie Assistenziali (RSA) sono istituti di ricovero, pubblici o privati, che accolgono persone anziane parzialmente e totalmente non autosufficienti che non sono più in grado di rimanere al proprio domicilio a causa delle loro condizioni di salute e di autonomia. Le disabilità fisiche, psichiche, sensoriali o relazionali vengono accertate adottando criteri uniformi su tutto il territorio. I ricoveri possono essere temporanei o a tempo indeterminato.

Secondo la normativa nazionale le RSA devono offrire agli ospiti:

  • Una sistemazione residenziale con un’impronta il più possibile domestica, organizzata in modo da rispettare il bisogno individuale di riservatezza e di privacy, stimolando al tempo stesso la socializzazione tra ospiti

  • Tutti gli interventi medici, infermieristici e riabilitativi necessari a prevenire e curare le malattie croniche e le loro eventuali riacutizzazioni

  • Un’assistenza individualizzata orientata alla tutela e al miglioramento dei livelli di autonomia, al mantenimento degli interessi personali e alla promozione del benessere

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Le RSA garantiscono all’ospite l’assistenza sanitaria di base e il servizio completo alberghiero. All’ospite viene quindi garantito il vitto, l’assistenza sanitaria, l’assistenza nell’igiene personale e la fisioterapia con ginnastiche attive e passive.
Il personale infermieristico e socio-sanitario attivo 24h su 24 garantisce il monitoraggio delle condizioni di salute degli ospiti e, dove prevista, la somministrazione delle terapie farmacologiche. Viene fornito anche un servizio di animazione che per mantenere e stimolare le abilità e le capacità residue di ogni singolo ospite.

L’anziano che entra in una residenza non deve sentirsi, ed essere messo, nella condizione di dover rinunciare ad una parte della propria identità e personalità in cambio dell’aiuto a sostenere o superare il suo stato di dipendenza, poiché solo attraverso il rispetto della persona e delle sue esigenze viene garantito il diritto pieno all’assistenza. Le limitazioni alle sue libertà individuali non saranno poste da astratte esigenze di servizio, ma semplicemente dalle esigenze e dai bisogni connessi con l’attività di assistenza, con la sicurezza e con il rispetto dei diritti individuali degli altri ospiti della struttura. A questa concezione, che considera l’anziano non destinatario di servizi ma fruitore consenziente degli stessi, si è ispirata tutta l’elaborazione architettonica e funzionale. I requisiti costruttivi e funzionali sono da considerarsi parte integrante per la struttura, con particolare attenzione alle normative nazionali e regionali vigenti.

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Il Centro Diurno

In alcune regioni, come la Lombardia, è obbligatoria la presenza di un Centro Diurno Integrato (CDI) all’interno della RSA. Il CDI è una struttura semiresidenziale che si rivolge a persone di età superiore ai 60 anni parzialmente o totalmente non autosufficienti, persone affette da patologie cronico-degenerative, tra cui demenze e Alzheimer,  e/o invalidanti, persone inserite in un contesto familiare per il quale l’assistenza domiciliare risulta insufficiente o troppo difficoltosa, persone sole a rischio di emarginazione. Rappresentano una risorsa valida per favorire la permanenza nel proprio ambiente familiare, mantenere le capacità residue, contenere i problemi comportamentali, sostenere la famiglia e alleggerire il carico di assistenza, favorire la socializzazione.

Le Cliniche di Riabilitazione

Le cliniche di Riabilitazione Funzionale si occupano di pazienti che necessitano di riabilitazione in seguito ad interventi operatori o post-acuti al fine di raggiungere il miglior livello di vita possibile sul piano fisico, funzionale, sociale ed emozionale con la minor restrizione possibile. Le Cliniche di Riabilitazione Neuropsichiatrica sono invece delle strutture protette dedicate a persone che soffrono di disturbi psicologici ed emotivi. Analogamente alle RSA, le Cliniche di Riabilitazione Funzionale e Neuropsichiatriche sono strutture che forniscono all’ospite un’assistenza medica e sanitaria 24h su 24 ed un servizio alberghiero completo.